I FILM GIRATI IN COSTIERA GIRATI IN COSTIERA E IL MUSEO DEL CINEMA DI VICO EQUENSE

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Più di un centinaio le pellicole girate negli splendidi paesaggi della Penisola Sorrentina: da cortometraggi, video musicali a veri e propri set cinematografici. Il mondo del cinema non è di certo riuscita a resistere alla sua “Grande Bellezza”, magari lasciando coinvolgere il suo spettatore non solo in una trama avvincente, ma anche per i paesaggi da sogno. Quindi perché non riscoprire alcuni dei film girati qui e magari programmare un “Itinerario alla scoperta del Cinema della Penisola Sorrentina”.

Carmine Gallone: il primo a girare un film in Penisola Sorrentina

Uno dei primi a credere nel potere cinematografico della Penisola Sorrentina è stato il regista Carmine Gallone. Celebre soprattutto ai più per il film Scipione l’Africano (1937), fortemente voluto all’epoca da Mussolini.

Decise di girare alcuni dei suoi film in Penisola, per la precisione a Sorrento che era la città di origine di suo padre. Il suo film Le Campane di Sorrento (1914) è stato il primo più antico esempio di immagini animate locali.

Nello stesso anno, sempre a Sorrento, girerà alcune scene per il film-documentario Povera Leda!, con protagonista l’attrice del cinema muto Leda Gys che interpreta se stessa.

E ancora, le riprese di Gallone tornano a Sorrento per Marionette nel 1939 e Primo Amore nel 1941.

La Cieca di Sorrento: prima romanzo e poi tre film

A descrivere, raccontare ed in seguito mettere in scena i meravigliosi paesaggi della Penisola, è La Cieca di Sorrento: un intricatissimo romanzo scritto da Francesco Mastriani e pubblicato nel 1852. Al libro seguirono tre edizioni cinematografiche e la sua protagonista si è trasformata in un modo di dire utilizzato ancora oggi.

Il primo film fu girato in Costiera nel 1935 con la regia di Nunzio Malasomma. Nel cast, anche una giovane ed esordiente Anna Magnani nel ruolo dell’amante del notaio Basileo. Nel film anche una bella colonna sonora con la canzone Dorme Surriento, cantata sullo sfondo di romantiche vele davanti alla costa.

A questo seguirono: il secondo del 1952, diretto da Giacomo Gentilomo e, il terzo del 1963 diretto da Nik Nostro. Quest’ultimo, sembra essere stato il meno fedele al libro ma il primo dei tre ad essere proiettato in technicolor.

Totò: il Principe della Risata in Penisola Sorrentina

Nel 1952 esce Totò a colori, uno dei primi lungometraggi italiani a colori. È un’antologia dei più famosi filmati del grande comico Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò.

Come forse già sanno i fan più accaniti del Principe della Risata, la scena iniziale del film è girata a Vico Equense. Per la precisone, il regista Steno individuò la giusta location nel borgo di Santa Maria del Toro, vicino allo splendido santuario cinquecentesco dedicato alla Madonna, per l’appunto.

Ma i riferimenti cinematografici di Totò con la Penisola Sorrentina non terminano di certo qui. Non possiamo non pensare al suo film Un turco napoletano del 1953: il film, pur essendo stato girato quasi esclusivamente senza riprese esterne, riproponeva una storia che voleva il “Principe della Risata”, impegnato a Sorrento a rilassarsi nei Bagni della Regina Giovanna.

Pane, amore e…Penisola Sorrentina

Pane, amore e… è un delizioso film del 1955 diretto da Dino Risi. Film indimenticabile, soprattutto per la celebre scena simbolo in cui i protagonisti, Vittorio De Sica e Sophia Loren, ballano il Mambo Italiano: rappresentazione nel mondo della commedia italiana degli anni ’50.

La pellicola è la terza, in ordine cronologico, della tetralogia: preceduto da Pane, amore e fantasia del 1953 e Pane, amore e gelosia del 1954 – entrambi diretti da Luigi Comencini  - e seguito da Pane, amore e Andalusia del 1958, diretto da Javier Setò, con la supervisione di Vittorio De Sica.

Tutti e quattro i film narrano le vicende di Antonio Carotenuto, interpretato da De Sica, prima maresciallo e poi cavaliere, sempre alle prese in avventure d’amore da donnaiolo incallito e senza speranza. Nei primi due film è alle prese con la Bersagliera, interpretata da Gina Lollobrigida, mentre qui si imbatte nella focosa Smargiassa, interpretata da Sophia Loren nel pieno della sua procace bellezza.

Mentre i primi due film, in bianco e nero, sono ambientati in un paesino immaginario del centro Italia (la reale Castel San Pietro Romano), questo film gode del technicolor ed è ambientato nella nostra vivace Penisola Sorrentina. Il film è stato realmente girato in una Sorrento che si presenta calda, florida e sgargiante.

La zona e persino il palazzo dove è ambientata la casa dei protagonisti esiste ancora oggi e si trova a via Sopra le Mura nella Marina Piccola di Sorrento. Qui in Marina Piccola sono anche state girate le scene in cui la Smargiassa vende il pesce fresco al banco. Inoltre, la Villa dove viene ospitato il maresciallo Carotenuto e si conclude il film è Villa Giuseppina a Meta di Sorrento, anche detta Villa Cosenza, di scuola vanvitelliana ed edificata nel 1839.

Il Decameron di Pasolini sui colli sorrentini

Nel 1971 esce nei cinema (con non pochi problemi) la trasposizione cinematografica del Decamerone di Boccaccio. Il regista è l’assassinato Pier Paolo Pasolini, pensatore e filosofo, che scelse proprio la Penisola Sorrentina per alcune scene del film. Le scene in questione riguardano l’episodio di Lorenzo e Lisabetta e furono girate in un agrumeto di via Trarivi presso i Colli di San Pietro.

 Quando uscì, il film ebbe problemi con la censura e fu vitato ai minori di 18 anni, mentre in Germania riscuoteva un successo enorme vincendo il Festival di Berlino. La stessa Sorrento, ha visto la sua prima proiezione soltanto nel 1996, in occasione di una mostra, presso la Chiesa dell’Addolorata di via San Cesareo. Benché in a chiesa nessuno ebbe nulla da dire, pare si sia trattato dell’unica proiezione di Pasolini in un luogo sacro.

Il Nuovo Cinema Tedesco a Sorrento

Nel 1971 il regista tedesco Werner Fassbinder gira il suo decimo film Warnung vor einer heiligen Nutte (Attenzione alla puttana santa) a Sorrento, ambientandolo per la maggior parte negli interni e sulle terrazze dell’Hotel Bellevue Syrene. In una scena del film, attraverso una finestra, appare l’inconfondibile sagoma di Punta Scutolo.

In un paio di scene si vede anche Marina del Cantone (il pontile) e Marina Piccola (la scalinata). Sempre su Marina Piccola è girata la scena in barca, in cui si vedono gli edifici dell’Hotel Excelsior Vittoria che dominano la scogliera.

La scena dell’elicottero è girata all’eliporto delle Tore e quella di un “giro in macchina” tra Caprile e Santa Maria della Neve (con Monte San Costanzo sullo sfondo). Non mancano poi riprese all’interno del Museo Correale (per lo più sulle scale).

La cosa curiosa di questo film è che la sceneggiatura colloca l’intera vicenda in Spagna, quando in realtà le location sono tutte girate nello splendido scenario sorrentino.

Il Museo del Cinema del territorio della Penisola Sorrentina

Questi film e altre curiosità sul mondo cinematografico che hanno come sfondo la Penisola Sorrentina, li potete trovare nel Museo del Cinema del territorio e della Penisola Sorrentina. Aperto a Vico Equense nel 2014, è una mostra permanente della cultura filmica che raccoglie immagini, manifesti, documenti d’epoca e testimonianze multimediali (in mostra anche proiettori e cineprese d’epoca). Un tributo alla lunga tradizione cinematografica di Vico Equense e della Penisola Sorrentina.

L’obiettivo è quello di ridare linfa vitale all’antico legame tra la settima arte e la Penisola Sorrentina. La struttura è stata realizzata grazie ai fondi stanziati dal progetto europeo “Promorecuperavalorizza Penisola”.

Nel museo sono esposte decine di locandine e foto-buste originali dei film girati in penisola sorrentina. Tra questi cimeli in esposizione, un proiettore Pathé di fine ‘800 e la rivista “Cinema Nuovo” con due dive protagoniste in copertina: Anna Magnani e Silvana Pampanini.

La storia del legame tra il cinema e la Penisola Sorrentina ha radici profonde. Dalla nascita del cinema ad oggi, la bellezza dei paesaggi della costiera è stata scelta come set cinematografico naturale da registi di tutto il mondo. A sottolineare l’importanza di questo rapporto è il documentario Cinema in Costiera di Giuseppe Alessio Nuzzo che viene proiettato in modalità continua nelle sale della mostra: esso ripercorre la storia del cinema in Costiera attraverso le immagini e i ricordi dei protagonisti dell’epoca.

Insomma, questi luoghi dall’incomparabile bellezza naturale e grande passato, acquisiscono maggior valore anche dietro la macchina da presa. 

 

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