Il Casale di Seiano si compone di due principali nuclei: il borgo che si distende sul versante a mare della Statale Sorrentina, che include anche le località di Matignano e di Scùtolo, e la sottostante Marina di Aequa. Proprio in questo sito una volta era insediato il nucleo di probabile fondazione romana, che Silio Italico definì "Aequana" che, sul versante rivolto alla Marina del "Pèczolo", confinava con una grossa villa romana. Quest'ultimo insediamento, che l'accumulo di materiale vulcanico dell'eruzione del 79 d. C. dovette danneggiare seriamente, segnando così anche l'inizio della decadenza di Aequa, ha restituito in passato il famoso gruppo di "Eros e Psiche" del Museo Nazionale di Napoli e la bellissima "Testa di Filosofo" in Collezione Fienga. Qui sorse, con l'avvento progressivo del Cristianesimo, la Chiesa episcopale che, per l'impoverimento progressivo di quell'abitato, fu trasferita dove precedentemente si era insediato il villaggio preromano che divenne poi Vico Equense. Su quel lungo tratto di spiaggia dal mare limpido che si completa di strutture alberghiere, balneari e della ristorazione, alla foce del Rivo d'Arco, si innalza ancora intatta la torre di "Caporivo" che già nel XIII secolo era a guardia della costa. Andando sul lungomare, dopo aver superato il caratteristico porticciolo, si incontra, dopo un complesso turistico, la bellissima spiaggia di sassi e macigni delle "Calcare". Qui, poco prima della Punta di Scùtolo, che divide questo tratto di mare da quello di Meta, si staglia, sul filo della riva del mare, la struttura monolitica, in tufo squadrato, dell'antico "Arsenale" utilizzato poi come "Calcara". L'edificio emerge sul paesaggio marino con potenti doppi archi gotici che stilisticamente si riferiscono alla cultura architettonica catalana dell'inoltrato Quattrocento napoletano. Al Sant'Antonio della piccola Chiesa nella piazza della Marina di Aequa si rivolge intensa la devozione dei pescatori che ogni 13 di giugno, puntualmente, recano in processione solenne sul mare la statua del Santo seguita da barche di ogni forma e misura. Intanto, dai Casali collinari i fuochi d'artificio segnano il cielo rimbombando nell'anfiteatro naturale dell'intero territorio. Da quella chiesetta si diparte ripida una stradina che porta all'antichissima Chiesa di Santa Maria Vecchia, con una ricchissima collezione di ex voto marinareschi di matrice popolare. E siamo a Seiano, elegante luogo di villeggiatura attrezzato con strutture alberghiere e tutto costellato di ville sul panorama. Le stradine del borgo sono piccole e tortuose, ma imponente è invece la Parrocchia di San Marco, a pianta centrale con alto tamburo e grossa cupola, edificata su progetto dell'architetto Bartolomeo Bottiglieri nel 1796. Accanto sorge la Confraternita della Morte ed Orazione che ogni tre anni ritorna in processione, il Venerdì Santo, al seguito della Madre che cerca il "Figliuol morto" in una visione drammatica, che rinvia agli apparati del Barocco funerario. Nei due anni di sosta, quel percorso dolente tocca invece all'Arciconfraternita dell'Assunta e Monte dei Morti, edificata nel centro storico di Vico. Seguendo poi un sentiero fra il verde e il mare sottostante si raggiunge la Torre di Scùtolo, eretta a strapiombo sul mare.
Percorrendo una strada che si stacca per qualche chilometro dalla Statale Sorrentina si raggiunge in pochi minuti l'antico Casale di Montechiaro, il più occidentale dei Casali di Vico. Inoltrandosi nel borgo la strada porta alla piazzetta, dove ritornano i due edifici devozionali per eccellenza: la Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a tre navate e l'Oratorio del Rosario, che nella facciata si adorna di un bel pannello di ceramica dal forte valore devozionale. Da quello spazio colorato, passando per Petrignano, che si articola intorno alla Cappella di Santa Maria del Carmelo, si raggiunge, ormai nel Comune di Meta, il Casale di Alberi. Da segnalare la chiesa dedicata alla Vergine delle Grazie il cui aspetto in stile gotico risale all’ottocento. Dal piazzale si ammira il panorama della piana di Sorrento, una visione che ispirò i fratelli De Curtis nel comporre la celebre canzone “Torna a Surriento”.