Il vecchio borgo di Bonea si arrocca intorno alla Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, più nota come "Chiesa di Santa Maria Visita Poveri" per l'intensa devozione dei fedeli a quella Madonna soccorritrice dei miseri. L'antico Tempio nella minuscola piazzetta fu, nel '700, trasferito a monte a causa dell'invadenza delle piogge precipitose che si incanalavano nella ripida stradina. La Chiesa, riedificata in un vicino luogo più sicuro, esponeva fino a qualche anno fa, prima di un sacrilego furto, un dipinto del 1609, quasi certamente rimaneggiato più volte, con la Vergine frontalmente assisa che dalla mano sinistra lasciava cadere monete d'oro, mentre con la destra reggeva una lunga croce processionale. Il Bambino, con la destra indicava una forma poco chiara nell'altra mano, probabilmente riferibile a un pane. Vecchie incisioni e antichi dipinti devozionali di famiglia evidenziano invece con chiarezza nelle mani del Bambino un sacchetto aperto, dal quale cadono monete. Il soggetto, particolarmente raro, oggi ripetuto in una modesta copia, permette di avanzare l'ipotesi che l'immagine trafugata di Santa Maria Visita Poveri poteva essere iconograficamente allusiva a un più arcaico culto contadino rivolto a divinità femminili, in riferimento all'abbondanza e alla fertilità della terra. Lo stesso nome del Casale: "Bonea", potrebbe essere una contrazione del nome dell'italica e poi romana divinità "Bona Dea" che, in alcune monete pestane, dispensa anch'ella danaro, ma da una cornucopia.
Quasi sulla stessa linea d'aria, si evidenzia, fra il verde e l'azzurro del mare e del cielo, il Convento di San Francesco, sorto nel '600 intorno alla più antica Chiesa di Santa Maria a Chieja. Nel Refettorio del convento, rivestito di maioliche napoletane del 1740, è affrescata in alto una "Cena" seicentesca, purtroppo più volte rimaneggiata. Dal piazzale della chiesa si passa al Belvedere, che abbraccia l'intero panorama del golfo di Napoli. Nel punto più alto, nel 1977, lo scultore Emilio Greco ha tracciato nell'aria con profili di acciaio un ramo d'olivo in omaggio al Poverello di Assisi. Da Bonea, andando in salita verso Massaquano, si attraversa Sant'Andrea, che nella piazzetta affianca due piccole chiese: quella più antica, che dà il nome all'insediamento abitativo, e quella di Sant'Antonio.